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Educare è ancora (troppo) invisibile

  • Immagine del redattore: Mateja Nanut
    Mateja Nanut
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Una riflessione sul valore percepito dell’educazione e del benessere


Capita spesso, nel confronto tra professionisti di settori diversi, di notare una discrepanza curiosa: una seduta di massaggio o un trattamento olistico può costare 60 o anche 80 euro all’ora, mentre una lezione di potenziamento scolastico con un professionista laureato si aggira spesso sui 20-30 euro.

Una domanda sorge spontanea: come mai un intervento educativo altamente specializzato viene pagato meno di un servizio che non richiede necessariamente titoli di studio ufficiali? Non si tratta di mettere i due ambiti in competizione – entrambi lavorano sul benessere della persona – ma di chiedersi come la nostra società attribuisce valore a ciò che “fa bene”.


Quanto vale un'ora del nostro tempo?

Chi lavora in ambito educativo – pedagogisti, insegnanti, tutor, educatori – lo sa bene: il proprio intervento è spesso percepito come “aiuto” più che come professione. Eppure dietro a una semplice ora di lezione si nasconde un bagaglio di competenze pedagogiche, psicologiche, relazionali, spesso frutto di anni di studio e aggiornamento. Ma i risultati di un buon percorso educativo non sono immediati: emergono nel tempo, nei cambiamenti profondi del bambino o del ragazzo.


I trattamenti olistici hanno avuto negli ultimi anni una crescita importante, anche perché sanno proporsi come un’esperienza: rilassano, fanno stare bene subito, coinvolgono il corpo e le emozioni. Spesso sono comunicati in modo efficace, curato, coerente. Il loro prezzo rispecchia non solo il tempo, ma l’atmosfera, l’energia, la cura del dettaglio. E questo è assolutamente legittimo. Io stessa ne usufruisco traendone grande beneficio.


Forse, allora, la questione non è “perché loro costano di più”, ma perché l’educazione viene ancora vista come un dovere, più che come una risorsa preziosa. Educare è un atto di cura. Un’ora con un buon educatore può aiutare un bambino a ritrovare fiducia, motivazione, autonomia. Può migliorare il clima in famiglia, può cambiare il modo in cui affronta la scuola… e la vita.


Forse è il momento, per chi lavora nell’ambito educativo, di raccontare meglio il proprio lavoro, mostrare il valore trasformativo dell’educazione, prendersi il giusto tempo per riflettere anche sul valore economico del proprio tempo. E per chi cerca un servizio per il proprio figlio, forse è il momento di guardare oltre il prezzo orario, e chiedersi "Cosa costruisce nel tempo questa esperienza? Che impatto può avere nella sua crescita, nella nostra relazione, nel suo futuro?"

Educazione e benessere non sono in conflitto. Ma forse è tempo che l’educazione sia riconosciuta anch’essa come una via per stare bene.

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