Sindrome di Irlen: un’ipersensibilità alla luce
- Mateja Nanut
- 11 giu 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 dic 2024
La sindrome di Irlen, o sindrome della sensibilità scotopica, è un disturbo dell’elaborazione delle informazioni visive, legato alla percezione luminosa. Più precisamente è un’ipersensibilità alla luce.
La chiamano sindrome della sensibilità scotopica, sindrome da stress visivo, ipersensibilità alla luce, in altre parole, sindrome di Irlen. Hai gravi difficoltà di lettura? Soffri di emicrania? La luce ti da molto fastidio?La sindrome porta il nome della sua scopritrice, Helen Irlen. La psicologa americana ha sviluppato negli anni ottanta un metodo che permette di individuare e valutare la sindrome e di proporre il relativo trattamento usando specifici fogli colorati e/o lenti filtranti da indossare come occhiali.
La sintomatologia della sindrome di Irlen è molto soggettiva e i sintomi possono variare nel tipo, nella gravità e nella rapidità con cui si manifestano. Può causare delle difficoltà molto lievi, come una lieve difficoltà di lettura, o problemi più gravi, come la distorsione del testo durante la lettura, mal di testa, vertigini, nausea, dolore e bruciore agli occhi.La sindrome di Irlen è definita come un disturbo dell’adattamento sensoriale. Non si tratta quindi di un problema agli occhi, ma nasce da una difficoltà di elaborazione cerebrale. La percezione visiva richiede la capacità del cervello di comprendere ed elaborare correttamente e facilmente le informazioni visive senza sforzo. Nel caso della sindrome, invece, il cervello non è capace di distinguere determinate lunghezze d’onda che compongono lo spettro della luce visibile.Il metodo Irlen è un metodo non invasivo che utilizza il colore per filtrare le onde luminose, in modo che il cervello possa elaborare accuratamente le informazioni visive. Questo metodo consente di adattare la valutazione a ogni persona in modo da poter determinare i migliori filtri colorati (Irlen colored overlays) che possono portare a un miglioramento delle prestazioni, riducendo la sensibilità alla luce.

La sindrome di Irlen può essere causata da vari fattori: fattore genetico, lesione alla testa, trauma cranico, ictus o processi infiammatori. La maggior parte delle persone non ha difficoltà a leggere il testo nero su sfondo bianco, ma per coloro che lottano con la sindrome di Irlen, la lettura può essere molto stancante o può diventare addirittura dolorosa. Nei casi più gravi, le parole possono trasformarsi in un mare di lettere confuso e disorganizzato. I sintomi sono soggettivi e possono variare per ogni individuo, ma ciò che accomuna tutti è la sensibilità alla luce: più la luce è artificiale e/o forte e più lunga è l’esposizione ad essa, maggiori sono i sintomi. I sintomi si suddividono principalmente in cinque categorie:
difficoltà di lettura: lettura lenta ed esitante, lettura errata delle parole, perdita del segno, omissione di parole o righe intere, difficoltà a leggere la musica, necessità di prendere spesso delle pause, difficoltà di comprensione del testo e necessità di rileggere più volte lo stesso paragrafo;
difficoltà di scrittura: difficoltà di copiatura/trascrizione, difficoltà con la spaziatura tra le lettere e/o tra le parole, difficoltà con la forma e la dimensione delle lettere, difficoltà a scrivere su una linea dentro i margini, difficoltà con il controllo ortografico);
distorsioni: le parole sulla pagina mancano di chiarezza, mancano di stabilità, appaiono sfocate, appaiono in movimento, possono scomparire;
errata percezione della profondità: goffaggine a livello motorio, difficoltà negli sport con la palla, difficoltà nella valutazione delle distanze, cautela eccessiva durante la guida;
disturbi fisici: affaticamento, stanchezza o sonnolenza, emicrania o nausea, irrequietezza, dolore o fastidio oculare, difficoltà di concentrazione.
Le altre caratteristiche sono: frequenti errori matematici e di calcolo, numeri non allineati nelle colonne, stanchezza durante l’uso del computer, mancanza di motivazione nello svolgimento dei compiti, i risultati/voti scolastici non riflettono la quantità dello sforzo.



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